Il drammatico sbancamento della collina "delle Rovinate" © La Firenze che vorrei
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Lo avevano detto lo scorso settembre davanti all'ex teatro comunale, comunemente ormai ribattezzato Cubo Nero, che avrebbero girato la città per contrastare le opere sbagliate e dannose previste, in corso, appena realizzate.
Sono gli attivisti de "La Firenze che vorrei" movimento di cittadini nato in seguito allo stupro di Firenze che grazie a scelte scellerate si sta trasformando in una città museo priva di residenti cacciati dalla città per essere sostituiti da orrendi falsi hotel per studenti ricchi.
"E lo stiamo facendo" sottolineano gli attivisti. Dopo essere stati mercoledì 8 ottobre a Il Sodo e mercoledì 15 ottobre a Ponte a Greve, ieri hanno fatto tappa in pieno centro storico ovvero in Costa Scarpuccia dove con i loro cartoni neri che compongono il "cubo nero", assieme al Comitato Canneto Le Coste.
In Costa Scarpuccia è in corso da mesi la realizzazione di una villa di lusso, con tanto di realizzazione di una piscina, che era una pescera in pietra serena.
Per fare questo stanno sbancando una collina, a pochi metri da Villa Bardini e dal Forte Belvedere.
Un progetto sbagliato, che va bloccato.
Come è possibile avere autorizzato questo scempio?
Chi lo ha autorizzato?
Da mesi i cittadini chiedono risposte all'Amministrazione che NON ha mai risposto.
"Siamo qui per dare forza a questa richiesta. Un intervento che sta rendendo impossibile la vita nel quartiere: un cantiere molto rumoroso, con mezzi pesanti e betoniere che danneggiano le strade, tolgono posti auto, sollevano polvere in continuazione.
Ma la preoccupazione degli abitanti è legata al dissesto idrogeologico: il cantiere si trova
sul colle detto delle Rovinate, denominazione storica che la dice lunga sulla sua (in)stabilità.
Tanto più che a pochi metri da lì sorgerà il resort di lusso di Costa San Giorgio, che occuperà
l’ex ospedale militare.
Una volta completato e operativo, ci sarà un flusso continuo di mezzi anche pesanti (van di
turisti, camion di fornitori, mezzi Alia etc) in un rione fragile, che non è in grado di sopportare
questo carico di traffico.
Una vita stravolta, questo rischiano gli abitanti di Via de’ Bardi, Costa Scarpuccia e San Giorgio e dintorni.
Una vita stravolta in nome del lusso e del turismo ricco, altospendente. Interessi di pochi potenti in spregio a quelli di abitanti e negozianti. I pochi rimasti stanno già pensando di chiudere.
Così muore un quartiere. Ma interessa?? si domandano gli attivisti.
"A fine luglio - proseguono - chiedemmo trasparenza sull'operato della commissione per il paesaggio con la pubblicazione delle decisioni, dei verbali e delle motivazioni.
Rinnoviamo la richiesta. Come è possibile avere autorizzato questo scempio?


