OK!Valdisieve

Cardetole. La stalla Conti smette di produrre latte: "Colpa dell'abolizione delle quote"

  • 3
  • 730
Cardetole. La stalla Conti smette di produrre latte: Colpa dell'abolizione delle quote Cardetole. La stalla Conti smette di produrre latte: Colpa dell'abolizione delle quote © n.c.
Font +:
Stampa Commenta

L'azienda mugellana da sola rappresentava il 10% del latte toscano per la Mukki. Bruttissime notizie per l'agricoltura e l'allevamento mugellani. La grande stalla e azienda agricola Conti (di Scarperia e San Piero, i cui terreni si estendono nella zona di Cardetole) ha deciso di cessare la produzione di latte. Secondo quanto riporta questa mattina (giovedì 5 aprile) il quotidiano La Nazione sulla pagina del Mugello l'azienda non chiuderà la stalla (che al momento conta sui 600 - 700 capi) ma l'azienda si concentrerà sull'allevamento da riproduzione. Ecco in merito la nota allarmata di Confagricoltura Toscana:

"Prezzo minimo e costi elevati: chiude un'azienda leader". CO-MI Agricoltura nei prossimi mesi cesserà la sua produzione in Mugello: da sola rappresenta il 10% del latte toscano per la Mukki. Subito un tavolo per prendere provvedimenti a salvaguardia dell'intero comparto Firenze, 5 aprile 2018 - Anche i grandi non ce la fanno più: il prezzo del latte (oggi per i produttori 0,37 centesimi al litro) non basta a coprire i costi di produzione, soprattutto quest'anno che sconta l'annata 2017 messa in ginocchio a causa della siccità. Così nei prossimi mesi la CO-MI Agricoltura, una delle più importanti aziende produttrici di latte di tutta la Toscana, cesserà la produzione. A lanciare un nuovo allarme è Confagricoltura Toscana, preoccupata per la situazione in Mugello e per le sorti dell'intero comparto. Un bruttissimo segnale per tutto il settore che, dall'abolizione delle quote latte con la liberalizzazione del mercato europeo nel 2015, sta vivendo una crisi continua. L'azienda CO-MI Agricoltura è uno dei primi fornitori di latte della Mukki. Da solo rappresenta il 10% del latte toscano destinata a quest'azienda, vale a dire 3 milioni di litri ogni anno su 36 milioni in totale. “La vicenda di quest'azienda ci preoccupa perché dice tanto sullo stato economico del settore: le aziende sono in enorme difficoltà – dice Giacomo Matteucci, referente area Mugello per Confagricoltura Toscana –. Questo andrà a influire non solo sullo sviluppo economico dell'area del Mugello ma anche sull'assetto paesaggistico e tradizionale di questa fetta di Toscana”. Il rischio più generale è quello di avere una contrazione della produzione in tutta la regione, che conta 50 aziende e circa un migliaio di addetti compreso l'indotto. Sono circa 5 milioni di litri di latte destinati al “fresco” tutto l'anno, con oltre 15 milioni di euro di fatturato. “La nostra regione rischia di perdere una delle sue vocazioni territoriali – afferma Francesco Miari Fulcis, presidente Confagricoltura Toscana -. Non si tratta soltanto di un pericolo a livello economico, oggi dobbiamo difendere il comparto per evitare lo spopolamento delle montagne e tutti i problemi ad esso connessi. Dobbiamo tutti metterci attorno a un tavolo e cercare di salvaguardare questo importante settore”.

 

Lascia un commento
stai rispondendo a

Commenti 3
  • Nedo

    Hai ragione. Ma non rientra nei piani dei nostri politici.

    rispondi a Nedo
    lun 9 aprile 2018 11:27
  • Paolo Pasquini

    Serve una organizzazione di vendita diretta dal produttore al consumatore, Il prodotto di fattoria infinitamente superiore a quello mukki, come ha potuto constatare chi ha bevuto il fresco del Palagiaccio. Le amministrazioni comunali possono dare una mano

    rispondi a Paolo Pasquini
    sab 7 aprile 2018 11:47
  • giulietta

    E' molto grave questo fatto, in questo modo, e non mi riferisco solo all'azienda in questione, si perdono posti di lavoro e perdita di prodotti italiani di alta qualit, la politica dovrebbe trovare il modo di proteggere a tutti i costi la nostra produzione

    rispondi a giulietta
    sab 7 aprile 2018 10:06