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Per la Pala d'altare del Crocifisso furono ritratti modelli borghigiani. Ecco chi erano

Le grandi mostre d'arte a Firenze parlano anche di Mugello

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Un particolare, con sullo sfondo il castello del Borgo e i personaggi menzionati nel testo. Un particolare, con sullo sfondo il castello del Borgo e i personaggi menzionati nel testo. © Aldo Giovannini
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Gli amanti della grande arte, a carattere nazionale ed internazionale, avranno senz’altro letto delle straordinarie mostre allestite a Firenze di autori di fama mondiale. Infatti, come già scrivemmo in un precedente articolo, in Palazzo Strozzi è in atto la mostra su tante e diversificate opere di Donatello (Firenze, 1386 – Firenze, 13 dicembre 1466), autore, com’è noto di un busto  raffigurante San Lorenzo per la Pieve borghigiana. Poi, come ci racconta la storia, il noto antiquario Bardini fregò il pievano dell’epoca, Monsignor Del Corona, che era molto ammalato (1889) portandosi via il busto donatelliano scambiandolo con una copia, che ancora si nota  nella lunetta sopra il portale principale della pieve romanica.

La seconda mostra fiorentina allestita nelle lussuose sale di Palazzo Pitti, è dedicata al pittore Prof. Giuseppe Bezzuoli (1784-1855) uno dei più grandi protagonisti della pittura romantica fra ‘700 e ‘800, Insigne direttore all’epoca dell’Accademia delle Belle Arti. Sono esposte un centinaio di opere, fra dipinti, sculture e disegni, provenienti da musei, chiese e collezioni private, non solo dall’Italia ma anche di altre Nazioni. Abbiamo ricordato questa splendida rassegna artistica e culturale,  poiché Giuseppe Bezzuoli, ha lasciato a Borgo San Lorenzo nel Mugello, una magnifica Pala d’Altare all’interno del Santuario del SS. Crocifisso, raffigurante “l’Angelo Consolatore” con sullo sfondo il panorama del paese. Infatti nel 1835 il Mugello fu colpito da un forte terremoto, ma rispetto a quello del 1919, fu più lieve, anche se in alcuni luoghi del territorio ci furono morti e danni alle case. Per “grazia ricevuta” (il Santuario restò integro come quasi tutto il paese), l’antichissima Compagnia detta dè Neri, che custodisce il Santuario con l’effige lignea del Crocifisso, decise di lasciare un ricordo nell’Altare centrale commissionando il lavoro al Bezzuoli; il costo fu di 2500 lire e 1200 lire il meccanismo per alzare ed abbassare la tela. Non siamo storici dell’arte ma solamente appassionati e quante volte abbiamo messo gli occhi, non solo sull’opera intera ma sui personaggi raffigurati, di alcune famiglie molto conosciute anche in questo 2022.

Il Maestro invitò un gruppo di borghigiani come modelli e osservando attentamente  il particolare (foto n.2) da destra ecco Antonio Boni detto il “diavolo” (lontano avo dei fratelli Boni, titolari delle Assicurazioni), Silvio Bartolini (avo del maestro Riccardo Bartolini scomparso un mese fa), Leopoldo e Colomba Barletti, droghieri pizzicagnoli (della famiglia di Andrea detto “cacino”, che ha il banco al mercato del martedi), Vincenzo Toccafondi, detto “cencio bello” (della famiglia dei Tipografi), quindi Maddalena Benelli, Assuntina Bambi e Sandro Bruschi, per terminare con  Padre Felice, cappuccino a San Carlo.

Il Bezzuoli quindi nell’effigiare questi personaggi prettamente borghigiani ha voluto lasciare una testimonianza ai posteri ed ai….discendenti dei figuranti. Chissà in Palazzo Pitti che bella figura avrebbe questa magnifica opera, collocata all’interno di un Santuario, il quale, quando sarà terminato il lavoro dell’organo “Stefanini 1696”, sarà un gioiello di arte barocca e di storia ottocentesca. 


     

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