Bagnaia e Marquez increduli(credit youtube@SkysportmotoGp)-okmugello.it
C’è un momento, in ogni stagione motociclistica, in cui sembra che l’industria abbia toccato il suo apice. Quando l’ultima superbike sfreccia in pista con una tale armonia tra potenza e controllo da sembrare imbattibile. Quando i nuovi modelli presentati nei saloni internazionali sembrano più astronavi che mezzi a due ruote.
È lì che nasce la domanda più scomoda per ogni ingegnere, designer, o stratega: cosa possiamo fare ancora? Negli ultimi anni abbiamo visto telai rivoluzionari in fibra di carbonio, aerodinamica mutuata dall’aerospazio, sospensioni intelligenti, freni che imparano dai dati e mappature motore capaci di anticipare le intenzioni del pilota.
Piloti che sfidano ogni regola e piste pensate appositamente per alzare sempre più l’asticella. Moto che non si limitano a seguire la strada, ma sembrano dialogare con essa. Eppure, per quanto audaci siano le novità, c’è sempre il rischio che tutto si trasformi in una corsa al dettaglio, un gioco di rifiniture su un’opera già finita.
Ma c’è chi riesce ancora a cambiare le regole del gioco. E quando anche due campioni del calibro di Francesco Bagnaia e Marc Márquez rimangono stupiti, allora significa che qualcosa di davvero notevole è accaduto. In casa Ducati, stavolta, la novità è di quelle che lasciano il segno.
Novità in casa Ducati: rimangono stupiti persino Bagnaia e Márquez
Sulle colline dell’Ungheria, mentre l’afa di agosto aleggiava sopra l’asfalto nero del Balaton Park, la Ducati ha messo in scena un test dal sapore decisivo. A meno di due settimane da due tra le tappe più attese del calendario, Red Bull Ring e la novità magiara, i piloti ufficiali del team si sono ritrovati in pista, non per provare nuove soluzioni tecniche, ma per misurare sensazioni. E a parlare, più delle parole, sono state le reazioni.

Francesco Bagnaia ha lasciato trasparire una certa insofferenza, figlia di un dettaglio che, per lui, fa tutta la differenza del mondo: la frenata. Quella che per anni è stata la sua arma segreta oggi sembra non bastare più. In questa stagione, in ingresso curva, il tre volte campione del mondo ha spesso dovuto arrendersi a rivali più decisi, più aggressivi.
Durante i test, il pilota torinese ha riconosciuto che il tracciato di Balaton richiederà massima precisione nei cambi di direzione e una fiducia quasi totale sull’avantreno, che per ora fatica a ritrovare.
Diverso lo sguardo di Marc Marquez. Più rilassato, più affilato. L’otto volte iridato ha osservato la pista con attenzione chirurgica. Ha definito il layout "inusuale", ma proprio per questo intrigante. Secondo lui, servirà uno stile di guida adattabile, fluido ma reattivo, capace di sfruttare i tanti stop&go che spezzano il ritmo.
Il circuito, con il suo asfalto nuovo di zecca e una sola vera curva a sinistra, direzione che il campione predilige, potrebbe diventare un alleato prezioso per chi, come lui, ha fatto dell’istinto una scienza. Tra chi cerca certezze e chi fiuta il colpo, Ducati si prepara a un doppio appuntamento che potrebbe riscrivere gli equilibri. E mai come questa volta, sono proprio i due fuoriclasse a darci la misura di quanto questa sfida sia una vera e propria novità.


