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Arrestato a Firenze per resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo d’arma

Il 46enne avrebbe aggredito un vicino di casa, un uomo nato nel 1977, colpendolo al volto con un oggetto simile a un’accetta....

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Polizia - Immagine di repertorio Polizia - Immagine di repertorio © Fotocronache Germogli
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A Firenze, la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino italiano di 46 anni con l’accusa di resistenza a Pubblico Ufficiale. I fatti si sono verificati mercoledì 16 luglio 2025, intorno alle ore 23:00, in via della Campora, dove le Volanti di via Zara sono intervenute a seguito della segnalazione di una lite condominiale. La discussione, secondo quanto ricostruito, sarebbe nata a causa dei fumi provenienti da un camino e avrebbe avuto un’escalation violenta.

Il 46enne avrebbe aggredito un vicino di casa, un uomo nato nel 1977, colpendolo al volto con un oggetto simile a un’accetta. All’arrivo della polizia, la vittima è stata immediatamente soccorsa e trasportata in ospedale. L’aggressore, invece, si è barricato in casa, ignorando i ripetuti inviti ad aprire. Vista la situazione, gli agenti sono entrati nell’abitazione con il supporto dei Vigili del Fuoco, utilizzando una scala per accedere dall’esterno.

L’uomo è stato rintracciato nascosto in un ripostiglio. Alla vista dei poliziotti, ha impugnato un coltello di circa 8 cm, tentando ripetutamente di colpire gli operatori. Solo grazie alla prontezza degli agenti, che sono riusciti a disarmarlo afferrandolo per un braccio, la situazione è stata riportata sotto controllo senza ulteriori conseguenze.

Durante la perquisizione domiciliare, le forze dell’ordine hanno sequestrato sia il coltello utilizzato per minacciare i poliziotti, sia l’accetta che si presume impiegata nell’aggressione al vicino. L’uomo è stato inoltre denunciato in stato di libertà per porto abusivo d’arma.

Completate le formalità di rito, il soggetto è stato trasferito presso la casa circondariale di Sollicciano, in attesa della convalida della misura precautelare. Si ricorda che la responsabilità dell’indagato dovrà essere accertata in sede processuale e che lo stesso beneficia, al momento, della presunzione di innocenza.

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