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Allarme alcol tra i giovani Toscani. Cresce il consumo e si abbassa l’età, soprattutto tra le ragazze

La risposta, spiegano Dardano e Patussi, deve essere collettiva e fondata sulla prevenzione. Istituzioni, scuole...

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Alcol - Immagine di repertorio Alcol - Immagine di repertorio © N. c.
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Il consumo di alcol tra i giovani in Toscana sta assumendo i contorni di una vera emergenza sociale. I dati più recenti diffusi dal Centro Alcologico Regionale Toscano e dall’Agenzia Regionale di Sanità evidenziano una crescita costante dell’uso di bevande alcoliche, in particolare tra le ragazze. Secondo le rilevazioni, il 28% delle quindicenni e oltre il 58% delle diciassettenni ha dichiarato di essersi ubriacata almeno due volte, percentuali superiori sia alla media nazionale sia a quelle dei coetanei maschi.

Gli esperti sottolineano come l’alcol rappresenti una minaccia silenziosa, spesso sottovalutata, con effetti che non si limitano alla salute fisica ma incidono profondamente anche sul piano psicologico e relazionale. La psicologa Mimma Dardano evidenzia il ruolo dei modelli socioculturali che spingono le giovani a uniformarsi a comportamenti di gruppo, dove il bere viene percepito come segno di libertà o appartenenza. A confermare la gravità del fenomeno è anche il professor Valentino Patussi, direttore del Centro Alcologico Regionale Toscano, che sottolinea come la mancanza di consapevolezza renda l’abuso ancora più pericoloso.

Il quadro si complica ulteriormente con la diffusione del policonsumo, ossia l’uso combinato di alcol, tabacco e sostanze psicoattive, che moltiplica gli effetti nocivi e aumenta l’imprevedibilità delle reazioni. Gli specialisti avvertono che questa tendenza si manifesta anche in contesti considerati sicuri, come feste o incontri tra coetanei.

La risposta, spiegano Dardano e Patussi, deve essere collettiva e fondata sulla prevenzione. Istituzioni, scuole, famiglie e imprese sono chiamate a collaborare per costruire campagne di sensibilizzazione efficaci, capaci di coinvolgere i giovani come protagonisti attivi. Accanto all’educazione, servono controlli più rigorosi sulla vendita di alcolici ai minori e un rafforzamento dei presidi territoriali.

In questo contesto, le Case della Salute possono svolgere un ruolo cruciale, offrendo ascolto e sostegno attraverso équipe multidisciplinari e collaborando con scuole, associazioni e servizi sociali. La loro funzione di prevenzione e intercettazione precoce è essenziale per contrastare il disagio e promuovere stili di vita sani.

Gli esperti auspicano un vero cambio di paradigma culturale: non basta dire “no” all’alcol, ma occorre proporre alternative positive, creare luoghi di socialità sicura e promuovere la consapevolezza del benessere come valore condiviso. Solo attraverso un’azione coordinata, inclusiva e partecipata sarà possibile costruire una nuova cultura della prevenzione e della salute, capace di proteggere e valorizzare le giovani generazioni.

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