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Covid-19 la causa della crisi dello sport? Non è così. Lettera e proposte di Polisportiva Sieci

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Giunge alla redazione di Ok!Valdisieve una lunga lettera di riflessione da parte del Presidente della Polisportiva Sieci (Comune di Pontassieve), Daniele Donnini in merito alla situazione di attuale crisi delle associazioni sportive che, secondo Donnini, partirebbe da ben prima delle conseguenze del Covid-19. Nella lettera il Presidente, dopo una prima cornice generale, espone alcune sue proposte per risolvere tali problematiche. A voi la lettura:

"Siamo ancora nel pieno di una crisi sanitaria drammatica nella quale tante persone hanno perso la vita, ancora purtroppo non si vede la fine, ma si può provare ad immaginare il futuro.

Per tutte le attività umane non sarà più come prima, dovremo inventarci nuove, organizzazioni, modalità, nuove regole. Per lo sport si tratterà di riconsiderare la sua funzione all’interno di una società moderna, riformata dalla crisi, ma con la consapevolezza dell’importantissima funzione sociale che l’attività sportiva ha.

Si tratta di superare il modello sportivo novecentesco con la spinta positiva che ha avuto nella promozione sportiva a partire dagli anni settanta del secolo scorso fino agli anni duemila.

Ma la crisi dell’organizzazione sportiva in Italia era già evidente prima dell’evento COVID 19. Nasce da svariate contraddizioni che sono messe in gioco, a partire dall’organizzazione centrale alla quale è delegata la gestione della pratica sportiva il CONI, delle federazioni di cui è riferimento, che per definizione stessa dovrebbe occuparsi dello sport in funzione degli appuntamenti Olimpici.

Ma lo sport negli ultimi decenni ha avuto la possibilità, la capacità, di tenere insieme l’attività agonistica, l’attività ludica, l’attività sociale, l’integrazione nella declinazione più ampia possibile.

Il CONI proprio per questo motivo non può essere il riferimento ad una attività cosi complessa, non può delegare agli Enti di Promozione Sportiva parte delle funzioni. Le Associazioni Sportive Dilettantistiche si trovano molto spesso, al confine di questo movimento, a combattere in prima linea, con regole sempre più controverse, richieste più disparate da parte di una società in movimento con esigenze che mutano nel tempo.Si pensi alle crisi migratorie, agli accessi allo sporto richiesti dalle persone disagiate o disabili. Non è possibile pensare che risposte correttamente organizzate a questo tipo di problematiche possano essere date da associazioni che hanno come spina dorsale persone che si occupano dello sport per passione, per volontariato, in modo disinteressato. Come è possibile che gran parte delle funzioni sociali siano sulle spalle di pochi dirigenti (i presidenti) che ne rispondono con responsabilità civile e penale.Allo sport è inoltre riconosciuta un’altra funzione importantissima per il corretto stile di vita, non a caso si è creato l’ente “Sport e Salute spa”.E’ arrivato il momento di dare risposte alle tante richieste che da più parti sono arrivate anche perché l’imminente riforma del terzo settore lo impone.

Per dare una forma organica è necessario che finalmente si riconosca il valore sociale dell'attività motoria e dello sport per tutti, con un confronto profondo sulla cultura sportiva che coinvolga il movimento dal basso, in modo organico per evitare interventi spot.

E’ quindi necessario uno scatto in avanti del governo, delle forze politiche, del Coni, Sport e Salute, delle forze sociali, del terzo settore. Lo sport deve essere liberato da lacci e lacciuoli che ne impediscono la reale affermazione sociale. Lo sport popolare non lo si può rinchiudere in una delibera che ne descriva i confini. Lo sport per tutti è libertà di espressione, è affermazione del valore umano prima che della prestazione.

Cosa sarà necessario per ripartire


Le ASD si troveranno in un angolo, incapaci di rigenerarsi rilanciando l’attività motoria, ricreativa e sociale, potranno ripartire solo saranno agevolate. Fatto salva la riforma che è stata precedentemente descritta si dovrà mettere in campo un aiuto essenziale, fondamentale per la ricostruzione. Questo non significa creare tante piccole agevolazioni economiche da far cadere a pioggia sulle associazioni. Se ne intuisce facilmente la pericolosità, il controllo estremante complicato che una decisione del genere avrebbe.

Una volta fatta la riforma sarebbe semplice ed opportuno finanziare quelle che adesso sono le Federazioni sportive e le EPS in modo che possano tagliare i costi di affiliazione, d’iscrizione ai campionati.

Potrebbe essere finanziate tramite fondi pubblico l’accesso alla medicina sportiva, con agevolazioni riguardanti la certificazione, e tutte quei servizi che sono forniti da enti privati ma che ormai sono diventati uso comune per tutti gli sportivi.

Potrebbero essere agevolati i comuni, sempre tramite la finanza pubblica, in modo che gli accessi alle strutture pubbliche, abbiano un costo praticamente simbolico.

Potrebbe essere organizzato nei comuni, un osservatorio con risorse dedicate in modo che si possa garantire lo sport per tutti, agevolando l’inclusione sociale, delle diverse abilità, dei generi.

Potrebbe essere organizzato con una visione di pratica sportiva di base, l’avviamento allo sport per le bambine ed i bambini piccoli, età prescolare e primi anni dell’obbligo, in modo di dare a tutti le basi psicomotorie che poi saranno sviluppate nello sport disciplinare. Per questo utilizzando istruttori sportivi laureati che possono poi essere riferimento all’interno delle ASD come allenatore di una disciplina.
In questo modo si agevolerebbe economicamente le società sportive, togliendole una serie di obblighi economici che sono finanziati tramite quote d’iscrizione e quindi dalle famiglie.

Sarà necessario favorire la riorganizzazione dello sport agevolando le collaborazioni sportive, le fusioni, le riorganizzazioni territoriali.

Sarà necessario semplificare il più possibile le normative fiscali, non perché le ASD debbano essere esentate, ma perché se ne agevoli il controllo per chi le gestisce e per chi ne verifica i conti.

Si dovrà organizzare un sistema a supporto delle associazioni sportive che possa supportarle nei servizi che vanno dalla tenuta della contabilità, alla manutenzione ordinaria degli impianti, al presidio giornaliero degli impianti. Tutto questo in modo di creare veri posti di lavoro, magari tramite cooperative sociali o di scopo.

Sarà opportuno allungare per almeno 5 anni le convenzioni per la gestione degli impianti, in modo che gli investimenti fatti possano essere ammortizzati con più tempo abbassando la rateizzazione mensile.

Si dovrà trovare un sistema per abbassare i costi delle utenze, tramite acquisti di gruppo (consip), agevolando tramite incentivi l’efficientamento degli impianti.

Dovrà essere realizzato un sistema di protezione delle persone che assolvono responsabilità di decisione, dando la possibilità di aver riconosciuto un ruolo sociale anche per la responsabilità.

Ma soprattutto insieme alla passione occorreranno persone che mettono la loro esperienza, la loro professionalità a disposizione."

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