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Pontassieve e l'ultimo commovente saluto ad uno dei suoi più grandi artisti: l'addio a Massimo Cantini, un'intera comunità in lutto

Cantini, artista pontassievese di fama internazionale, aveva un profondo legame con il suo territorio. Ecco cosa negli anni era riuscito a fare

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Massimo Cantini Massimo Cantini © Assessore Carlo Boni via Facebook
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Pontassieve non si è tirata indietro. Alle 15.30 di questo pomeriggio - 25 luglio - alla Chiesa di San Michele a ha avuto luogo l'ultimo saluto ad un grande artista pontassievese. Massimo Cantini, artista di fama internazionale, è deceduto all'età di 77 anni.

Massimo Cantini, nato a Molino del Piano nel 1946pittore e grafico di livello internazionale, per i pontassievesi era semplicemente “Il Pittore” e a Pontassieve ha regalato numerosi personali e importanti progetti che hanno disseminato l’esperienza artistica nelle piazze e nei parchi.  Il suo lungo e ricco cammino artistico, costellato da mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero, si è alimentato sempre del territorio di Pontassieve, dove Cantini ha portato fermento culturale e sociale.

Con la Scultura al Toscanello, insieme a Dino Pasquali e a Eros Bati, Cantini ha aperto gli spazi pubblici di Pontassieve a opere di artisti di notevole fama provenienti da ogni parte del mondo: dal Canada alla Cina, dal Kurdistan alla Corea. Negli ultimi anni il suo studio, riportato nel centro del paese, è diventato una grande occasione per tutta la comunità, un vero punto di riferimento per l’arte e lo scambio di idee. 

Il primo a dare annuncio della scomparsa è stato il figlio Marco Cantini che ha ricordato l'importanza che suo padre dava all'Arte e come questa per lui possa essere stata la più grande eredità: "Tutta una vita per l'Arte, nell'Arte. Sempre a dipingere al cavalletto, o a disegnare al tecnigrafo, in ogni giorno dell'esistenza. Da Artista serio. Da Artista Vero. Nella complessità di un pensiero, splendidamente concettuale e poetico, che si contrapponeva a quell'apparente semplicità nella vita di ogni giorno. Lo studio sempre aperto a tutti, quel gusto per le infinite discussioni e la battuta, l'importanza della compagnia della gente. Ora è un dolore senza riscatto e senza appello, ma dentro ho un patrimonio immenso di bellezza e di Amore ricevuto. Per il quale posso solo dire Grazie a mio padre."

L'intera comunità di Pontassieve si è riunita per l'ultimo saluto. Presente al funerale anche l'Amministrazione comunale con il quale Cantini negli anni aveva intessuto un profondo legame in quanto credeva nell'importanza del rapporto fra la sua arte e l'amore per il luogo dove è cresciuto come uomo prima e come artista poi. Grazie a Cantini il Comune possiede una vera e propria collezione d’arte, non solo nel Palazzo Comunale, dove si trovano anche due suoi importanti doni, scorci del capoluogo del 2006 e del 2007, ma a cielo aperto su tutto il territorio. 

"Oggi abbiamo dato l'ultimo saluto a Massimo Cantini, consapevoli che se l'uomo ci mancherà tantissimo, mentre l'artista e la sua arte rimarranno tangibili nelle tante opere presenti nelle case e negli edifici pubblici non solo del nostro territorio. Massimo è stato un pittore straordinario, capace di ritrarre il suo territorio con un tratto inconfondibile ed elegante, cogliendone l'essenzialità e la bellezza e dando loro forma. Con la propria pittura è stato capace di legare tra sé, con linee dritte e decise, immagini che pur richiamando a mondi diversi, nelle sue opere sembrano fatti per stare gli uni accanto agli altri.", ha commentato il Vicensindaco Carlo Boni. 

"Massimo  - conclude Boni - è stato uomo di cultura e artista a tutto tondo; infatti, negli anni ha saputo costruire iniziative che oggi a Pontassieve forse diamo per scontate, ma la cui ideazione e crescita si devono tutte al suo instancabile lavoro, basti pensare alle mostre di scultura internazionali promosse, insieme ad Eros Bati, all'interno del Toscanello d'Oro, che ci hanno lasciato un patrimonio artistico enorme su tutto il comune. Massimo è stato prima di tutto un amico. Il suo studio, recentemente riaperto, è stato luogo di incontro e di fermento culturale, dove l'arte ha assunto un ruolo attivo anche nella vita sociale del paese, uno spazio che ha ospitato tanti artisti e lì Massimo ha dato fiato alla sua vena creativa, mai venuta meno nemmeno negli anni di malattia."

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