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Rossi all'attacco di Pd e Governo: "Per la scuola non servono né plexiglass né ore di 45 minuti"

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Enrico Rossi Enrico Rossi © n.c
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Fa discutere sin dalla sua approvazione ieri mattina in Parlamento il nuovo decreto che stabilisce come torneranno a scuola gli studenti italiani. Il governatore della Toscana Enrico Rossi questa mattina ha detto la sua sul nuovo decreto-scuola attraverso un post su Facebook.

Rossi ha anche tirato una stoccata al Partito democratico criticando la decisione di indire 'generici Stati generali'.

"Più che della convocazione frettolosa di generici Stati Generali - ha scritto su Facebook il presidente della Regione - ci sarebbe bisogno di risposte concrete e forti, a cominciare dalla scuola.
Lascia delusi il decreto per la scuola, che non solo arriva in ritardo ma che è anche sottofinanziato e non chiaro riguardo alle scelte da fare.
Giustamente si ricorda che Mariastella Gelmini, ministro dell’istruzione tra il 2008 e il 2013 con Berlusconi, con le sue “riforme”, è all’origine dell’attuale crisi del sistema scolastico, avendo attuato un taglio di otre 8 miliardi di euro, che ha significato la chiusura di oltre 100.000 classi in tutti i gradi scolastici, dalla materna alle superiori, con la creazione delle “classi pollaio”, la drastica riduzione del numero degli insegnanti e del personale tecnico, dei bidelli e delle segreterie, il taglio generalizzato delle ore di lezione e di educazione e del sostegno ai più deboli, il sostanziale blocco delle retribuzioni.
A questa politica miope della destra, reazionaria, nemica della scuola pubblica, e anti egualitaria, finora il centro sinistra non ha mai dato una risposta adeguata, accontentandosi di qualche aggiustamento.
L’occasione che oggi si presenta sarebbe delittuoso lasciarla cadere, come purtroppo finora sembra fare il governo.
Non sono esperto di scuola, ma credo che la linea potrebbe essere proprio quella di rivoltare la politica fatta dalla destra e quindi: riaprire le classi che sono state chiuse per avere numeri adeguati di studenti in aula, aumentare gli insegnanti, anche con norme in deroga per assumere i precari, aumentare il personale tecnico, i bidelli e il personale di segreteria, aumentare il numero delle ore di attività e di educazione, rafforzare il sostegno ai più deboli, e aumentare anche gli stipendi.
A tutto questo si devono aggiungere investimenti miliardari nell’edilizia scolastica per ristrutturare e mettere in sicurezza i vecchi edifici e costruirne nuovi dove c’è bisogno. Infine, occorrono più risorse anche per il trasporto scolastico.
Questa deve e può essere la risposta alla crisi del sistema scolastico aggravata dal Coronavirus: la scuola non come spesa ma come una grande risorsa dove investire per accrescere il sapere di una comunità, creare buona occupazione nell’immediato e assicurare un futuro di sviluppo e qualità.
Domani i docenti e il personale tecnico scenderanno in lotta.
Il PD li ascolti e faccia un piano per il rilancio e la riqualificazione del sistema scolastico, e chieda al governo di mettere le risorse necessarie.
Il governo, se proprio vuole fare gli Stati Generali, metta al primo punto la discussione e le proposte sulla scuola
".

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