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"Così ho trovato un ordigno bellico all'Ex Banti": da San Francesco, la storia di Lorenzo

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Lorenzo Passerini da San Francesco e il ritrovamento dell'ordigno bellico all'Ospedale Banti Lorenzo Passerini da San Francesco e il ritrovamento dell'ordigno bellico all'Ospedale Banti © Ok!Valdisieve
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E' trascorsa una settimana circa dal ritrovamento nel parco dell'Ex Ospedale Banti di Pratolino di quello che poi si sarebbe rivelato un ordigno bellico risalente alla Seconda Guerra mondiale. Una vera e propria scoperta di carattere storico. A esserne protagonista in prima persona il giovanissimo Lorenzo Passerini, 21 anni, di San Francesco (Comune di Pelago).

Una scoperta non casuale ma sicuramente inaspettata. Lorenzo, infatti, nel suo tempo libero, pratica da solo qualche mese l'attività di metal detecting ovvero la ricerca, grazie all'utilizzo dei metal detector, di oggetti metallici di varia natura. In Italia la vendita dei metal detector è libera come è libero il loro utilizzo (se ovviamente ciò non avviene in proprietà privata, ndr), ciò che invece non è libero è il possesso dei beni rinvenuti. Secondo la legge italiana, i beni archeologici rinvenuti vanno consegnati entro ventiquattro ore all’Ufficio della Soprintendenza territorialmente competente, al Comune o all’autorità di pubblica sicurezza.

"Sono un appassionato di storia e qualche mese fa ho deciso di iniziare questo nuovo hobby. A mio padre avevano regalato un metal detector e mi sono detto 'Perché non sfruttarlo?'", spiega Lorenzo a Ok!Valdisieve.

In questi mesi il massimo rinvenuto da Lorenzo è stato qualche scheggia di ordigno bellico esploso. "Faccio parte di un gruppo Facebook - continua - di amatori del metal detecting e mi hanno suggerito delle zone di ricerca come le aree della Ex Linea Gotica, la zona fra Scandicci e Ginestra Fiorentina e l'area dell'Ex Ospedale Banti a Pratolino".

Ed è proprio nel Parco dell'Ex Ospedale Banti di Pratolino che domenica 4 ottobre Lorenzo ha fatto una scoperta che difficilmente dimenticherà. "Il meteo - racconta Lorenzo - per quel giorno non prometteva bene ma ho deciso comunque di andare al Parco del Banti. All'inizio ho trovato tantissime schegge, il segnale era debole. Ad un certo punto il metal detector sembrava come impazzito, ha iniziato a suonare fortissimo ed ho capito che era un segnale molto potente ma non trovavo niente. Poi ho seguito la logica che con la pioggia tutto quello che è in superficie tende a scendere, più camminando scendevo più il segnale aumentava. Ad una certa ho iniziato a scavare ed ho trovato quello che a primo impatto mi è sembrato un sasso. Era a meno di un metro di profondità dalla superficie"

"Non essendo ancora esperto - continua- non ho dato a quel 'sasso' un grande peso ma mi sono reso conto che, una volta posto che l'ho posto su un tronco, il metal detector non dava più segnale in terra. Quel 'sasso' era qualcosa, così ho capito che poteva essere qualcosa di importante e, dopo aver avvertito la guardia del Parco, ho telefonato ai Carabinieri."

L’ordigno, somigliante a una parte di granata o a una munizione del tempo di guerra, pare che fosse in realtà un proiettile da mortaio. Gli artificieri sono intervenuti nella mattina di martedì 6 ottobre per far brillare l'ordigno.

"Voglio far passare un messaggio importante a chi come me si occupa di metal detecting, non abbiate paura di denunciare i ritrovamenti perché ne vale la sicurezza della popolazione. Ancora, infatti, per quanto legale, l'attività di metal detecting in Italia non è ben riconosciuta", spiega il ragazzo.

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