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Pasquetta al centro vaccinale Mandela: aspettative, tensioni ed emozioni

Un pomeriggio in compagnia delle classi dal 1941 al 1951. Più gioia che paura.

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I box vaccinali al Mandela I box vaccinali al Mandela © Ok!News24
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Mentre la maggioranza degli italiani vivevano la seconda Pasquetta di inquietudine da coronavirus, chiusi in casa, senza la possibilità di fare grigliate e pic nic insieme ad amici e parenti; altri, in Toscana i nati dalla classe 1941 alla classe 1951 che hanno avuto il dito fortunato nel click sul portale della Regione Toscana, trascorrevano una Pasquetta diversa al centro vaccinale,

Ho trascorso, a nome di Ok!News24, un pomeriggio nel più grande hub della Toscana ovvero al Mandela Forum di Firenze.
La prima cosa che colpisce è la grande folla che c'è all'esterno. Tutti con lo sguardo puntato all'interno del palazzetto come se lì si svolgesse un grande spettacolo.
Figli, mariti, mogli e in un caso una famiglia intera con tanto di nipotini con su scritto "forza nonno" come se la conquista del vaccino fosse paragonabile agli utimi cento metri di una maratona in attesa del "fortunato" parente vaccinando.

Tutti sorridenti, in alcuni casi un po' tesi in volto ma ordinati in fila col foglio della prenotazione conquistata in mano. Dentro il Mandela tutto scorre alla perfezione: entri ti misurano la febbre, sanifichi le mani, ti presenti ad un bancone dove verificano la prenotazione e poi entri dentro il palazzetto dove il grande spettacolo sono i box vaccinali là sul lato del parquet di fianco alla rete della pallavolo.

I vaccinandi come protagonisti di un gioco agli scacchi viventi scorrono sulle sedie in fila indiana distanziate su cui sono invitati a sedersi dai volontari della Protezione Civile a cui è affidato lo scorrere sereno della fila, fino a che arrivano al desk di accoglienza dove un medico verifica dati medici, patologie pregresse, piani farmacologici e possibili allergie.
E' la sala d'attesa dell'agognato vaccino. "Prego si accomodi al box 1, 3, 7, etc..." invita il sorridennte volontario indicando il percorso per il box vaccinale.

C'è emozione palpabile su ogni vaccinando. "Sa, nella mia vita ne ho passate tante, ma questo è un bel momento" racconta una bella settantenne dai capelli canuti e la voce squillante quando dice che "l'ultima volta che sono venuta qui era per vedere un concerto della Giannini (Nannini)!".

Fa lo spavaldo l'eterno givanotto piegato dagli anni e da una gamba che zoppica birichina quando sorridendo e salutando tutti si avvia al suo box per vaccinansi celando un po' di emozione.

"Fa davvero effetto essere qui oggi - sottolinea un'elegante signora che mostra molto meno dei suoi anni. - Non le nascondo un po' d'emozione, mi sento quasi spaesata.".

Ma tutto scorre veloce e i vaccinandi sono quasi sorpresi, ben conoscendo i tempi della  sanità italiana a scoprire che anche se l'appuntamento lo hanno fra 40 minuti, così dice il foglio della prenotazione, stanno già guadagnando il box.

Dall'altro lato del Palazzetto dove si attende in decantazione per 15 minuti post inieizione l'atmosfera è quella della gita in pulmann. Si ride e si scherza perchè via, ormai è fatta, almeno la prima dose.

"In barba - racconta guadagnando l'uscita dal Palazzetto un arzillo signore con le mani segnate da anni di lavoro - di quelli che hanno palura e credono alle tante frottole che dalla mattina alla sera raccontano in tv".



 

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