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Dalla Valdisieve a tutto gas con la sua moto verso il successo: intervista al 18enne Mirko Gennai

Alla prima esperienza in Superbike Mirko ha raccolto un ottimo risultato e ora sogna sempre più in grande. OK!Valdisieve è riuscito ad intervistarlo

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Mirko Gennai Mirko Gennai © Ok!Valdisieve
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Una giovane promessa. Talento, costanza e caparbietà si uniscono nella personalità del giovanissimo Mirko Gennai.  18 anni, cittadino di Molino del Piano (Pontassieve), studente dell'Istituto Cellini di Firenze ed è già un campione delle due ruote.

A bordo della sua Yamaha R3 arancione è al secondo anno di permanenza nel campionato Superbike categoria Supersport 300 Mondiale. L'esordio è andato bene e nel 2020 Mirko è riuscito a conquistare 7 punti in classifica, obbiettivo duro anche per chi ci corre già da tempo. Per Mirko questo è solo un piccolo gramde traguardo, i suoi occhi sono già infatti proiettati a risultati ben più grandi.

Ciao Mirko, grazie per aver accettato questa intervista. Partirei con la domanda classica: come è nata la passione per le due ruote?

"Le moto sono una cosa di casa. Babbo è un ex pilota di motocross e tutti seguivamo questo sport fin da piccoli. Il primo vero avvicinamento alle due ruote è stato però quando a 6 anni mi hanno portato a SestoPista, fu un primo test ma andò particolarmente bene e capirono che forse ero portato. A 8 anni è arrivato poi il primo campionato"

In questi giorni sono arrivati molti complimenti, come ti sei sentito?

"Mi ha fatto un po' strano perché in realtà fortunatamente ho sempre ottenuto buoni risultati però in categorie diverse rimani un po' in ombra. Questa categoria ha un maggior pubblico e senza dubbio i complimenti sono sempre ben accetti e fanno bene". 

Cosa ti trasmette essere in sella ad una moto? 

"Sembrerà assurdo ma io mi sento felice e spensierato. A bordo della moto non penso a niente, vedo solo l'obbiettivo e mi fa stare bene"

Come è stato conciliare la vita da studente con la tua passione?

"Ho dovuto fare alcuni sacrifici e scelte che magari non avrei voluto fare. Alla fine delle medie avevo deciso di fare lo Scientifico sportivo, il primo anno di superiori è stato l'anno più bello della mia vita ma anche il più difficile: dovevo studiare molto e non riuscivo a fare bene entrambe le cose. Sono bocciato ed ho capito che dovevo fare una scelta seppur dolorosa così ho cambiato scuola e sono andato al Cellini." 

Che consiglio daresti ad un ragazzo che si trova ad affrontare esperienze di vita simili alla tua?

"Gli consiglierei di non porsi dall'inizio Piani B. Diritti all'obbiettivo che realmente uno sogna e solo ed esclusivamente se andrà male allora di guardare gli errori e porsi alternative." 

Un'ultima domanda Mirko, quanto è stata importante la tua famiglia nella tua crescita come persona e come sportivo?

"Il sostegno dei miei genitori e di mio fratello è stato fondamentale. Fin da piccolo mamma e babbo hanno sempre assecondato le mie scelte. Hanno fatto anche molti sacrifici : hanno messo a disposizione il loro tempo per me e anche molte risorse economiche. Fare questo sport è molto costoso e anche molto dispendioso in termini di tempo in quanto sia necessario allenarsi molto fuori dalla Toscana."

 

 

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