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Pietro Betti (1784-1863). Il medico mugellano che lottò contro le epidemie in Europa

Furono protagonisti

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Pietro Betti (1784-1863). Il medico mugellano che lottò contro le epidemie in Europa Pietro Betti (1784-1863). Il medico mugellano che lottò contro le epidemie in Europa
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di Fabrizio Scheggi - La nostra valle ha dato i natali a un folto numero di medici protagonisti di svolte scientifiche in varie discipline; uno di questi è sicuramente il medico barberinese Pietro Betti. Nato nella frazione di Mangona il 28 ottobre 1784, era figlio di Giuseppe e Apollonia Corsini. I primi appoggi scolastici li ebbe in ambito religioso, a cominciare dal parroco del paese e dagli amici in Curia che ne sostennero gli studi letterari e poi l’apprendimento delle scienze matematiche.

Pietro ci mise del suo fino a conseguire con merito nel 1809 la laurea in Medicina e Chirurgia. Allievo del chirurgo Chiarugi, dopo la laurea operò all’ospedale Santa Maria Nuova. Numerose le sue nomine, tra cui le seguenti: 1815-chirurgo del brefotrofio degli Innocenti- 1819-chirurgo della Ruota criminale- 1820-organizzatore e promotore del Museo Patologico di Firenze- 1824–insegnamento nella cattedra di chirurgia- 1828-direttore di anatomia comparata- 1836- insegnante di fisiologia e patologia alla scuola medica fiorentina- 1837-Sovraintendente alle infermerie degli ospedali di S. Maria Nuova e di Bonifazio. Insomma, una competenza in tante discipline e l’esperienza in Germania dove perfezionò il suo sapere. Davvero prezzemolato il nostro uomo; come direbbe il rimatore anonimo, “se non era già avanti Pietro, di sicuro non rimaneva indietro!”

Aveva fatto colpo anche sul Granduca che lo stimava alla grande. Bisogna dire che la Toscana a quel tempo era molto avanti nella scienza medica, anche se ciò non impedì la diffusione di malattie contagiose, in primis il colera che colpì Livorno nel 1835. Indovinate cosa fece il Granduca al primo manifestarsi dell’epidemia? Ovviamente mandò il nostro Pietro Betti nominato per l’occasione “Sovrintendente alla Sanità nel Granducato”. Apprezzato in Francia, fu protagonista di conferenze a Parigi dove… tradì il Granduca appassionandosi alle idee liberali fino a entrare nel Parlamento provvisorio toscano (1848). Quelle corna politiche improvvise fecero andare su tutte le furie il Granduca, ma non si poté fare a meno di richiamare il Betti nel 1854 quando scoppiò una nuova epidemia.

Di lui, vero esperto internazionale di malattie infettive, non si poteva far senza a prescindere dalle idee politiche. Pietro Betti scrisse anche diverse pubblicazioni su malattie infettive e pratica chirurgica; inoltre, diventò ottimo botanico orticoltore. Ottenne anche onorificenze internazionali tra cui l’Ordine della Stella Polare dal re di Svezia e la Legion d’Onore dal governo francese. Nel suo testamento lasciò all’Ospedale fiorentino collezioni librarie, appunti e opere destinate alla stampa.

L’intelligente medico, che dai ritratti appare come un simpatico omone con una gran barba a incorniciarne il volto, morì a Firenze l'11 aprile 1863. Quasi dimenticato in Mugello, fu ricercatore e scienziato apprezzato da tutto l’ambiente medico per lo studio dei tumori, il riordino dell’amministrazione sanitaria toscana, le ricerche sul legame tra chirurgia e anatomia. Per finire, dirò che diventò la STELLA DEL FIRMAMENTO ITALIANO in ambito medico- legale e uno dei primi in assoluto. Davvero minuziose le sue analisi, come quando scrisse ben 27 pagine per una causa di omicidio contro il medico Francesco Bongi. E se ciò vi appare normale, che mi dite allora di altre 27 pagine scritte quando fu chiamato a consulto per la morte di...una mucca? Ebbene sì cari amici, avete capito bene. Anche passando dalle stelle alle stalle, non mutava la capacità del Betti di analisi minuziose. E tutto ciò lo fece solo per stabilire se la povera bestia “ansimava o ponzava” e, credetemi, non era cosa di poco conto! Insomma che diamine, un conto era ansimare un altro ponzare; dovete ammettere che anche i risultati pratici, dopo che la mucca aveva ansimato o ponzato, alla fine erano ..sostanzialmente diversi!

Tratto dal libro FURONO PROTAGONISTI, di Fabrizio Scheggi (2019)

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