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Forte e diffusa la contrarietà espressa dalla popolazione di Londa durante le assemblee pubbliche del 5 e 6 dicembre, convocate dopo mesi di attesa per discutere del progetto di impianto eolico industriale proposto da Hergo Renewables (ENI). Il sindaco Tommaso Cuoretti, che ha illustrato le linee generali dell’intervento – sei turbine alte 200 metri previste sul crinale ai confini del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi – ha dichiarato di non essere contrario all’opera, puntando invece a negoziare compensazioni economiche più consistenti. Una posizione che ha suscitato contestazioni immediate in sala, dove molti cittadini hanno denunciato la mancanza di un confronto preventivo e l’assenza di riferimenti agli impatti ambientali.
Il nodo principale sollevato dai residenti riguarda la coerenza tra le politiche di valorizzazione dei territori finanziate negli anni – attraverso fondi del Parco Nazionale, risorse PNRR e progetti destinati alla promozione dei prodotti tipici e dell’area del Lago – e l’arrivo di un’infrastruttura considerata fortemente invasiva. Secondo i comitati presenti, un impianto di tali dimensioni comporterebbe rischi per le sorgenti del crinale, una riduzione della biodiversità e un danno alle attività legate alla qualità ambientale, come apicoltura e turismo naturalistico.
Tra le preoccupazioni espresse emerge anche la trasformazione del paesaggio: dalle vallate casentinesi e dai crinali romagnoli del Parco, denunciano i cittadini, il profilo appenninico verrebbe sostituito da una “montagna industriale”, alterando un patrimonio naturalistico e culturale costruito in decenni di politiche orientate al turismo lento e alla conservazione delle foreste.
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Criticità sono state sollevate inoltre sulla proposta di “comunità energetica” associata al progetto, ritenuta dai comitati non realmente partecipata né conforme al modello cooperativo che garantisce equità tra i soci. La popolazione, sostengono, non sarebbe stata coinvolta in un percorso di informazione e valutazione delle alternative.
Secondo il Coordinamento dei comitati “Crinali Liberi Londa”, la vicenda non può essere ridotta a una trattativa su compensazioni economiche: in gioco vi sarebbe la continuità della strategia territoriale costruita negli anni con investimenti pubblici. Le associazioni denunciano il rischio di una “svendita” dell’identità paesaggistica del comune, sottolineando come la vicinanza al Parco Nazionale imponga una particolare cautela e un’analisi rigorosa degli impatti.
La richiesta avanzata all’amministrazione è quella di aprire un confronto reale con cittadini, enti e territori limitrofi, prima di assumere decisioni che – sostengono i comitati – potrebbero avere effetti irreversibili sul paesaggio e sul futuro economico di Londa. A firmare l’appello: Comitato Crinali Liberi Londa, Comitati Territoriali Riuniti e la Coalizione ambientale TESS – Transizione Energetica Senza Speculazione.


