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Londa. Speculazione energetica arriva sui crinali appenninici

L’associazione ha quindi chiesto alla Regione Toscana di esprimere un formale diniego di compatibilità ambientale...

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Eolico Eolico © GrIG
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La speculazione energetica approda anche sui crinali appenninici toscani. Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha presentato il 24 dicembre 2025 un atto di intervento nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale (VIA) relativa al progetto della centrale eolica “Londa”, proposta dalla società milanese Hergo Renewables s.p.a. nei territori comunali di Londa, Dicomano, Rufina (Firenze) e Pratovecchio Stia (Arezzo), in prossimità del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi.

Il progetto prevede l’installazione di sei aerogeneratori alti circa 200 metri, per una potenza complessiva di 30 MW, su crinali appenninici caratterizzati da paesaggi di elevato pregio, noti a livello internazionale. L’area interessata risulta inoltre sottoposta a vincolo paesaggistico: l’impianto sorgerebbe all’interno della fascia di rispetto di tre chilometri da numerose zone tutelate, come stabilito dalla normativa vigente, in attesa dell’individuazione ufficiale delle aree non idonee agli impianti da fonti rinnovabili.

Tra le criticità segnalate dal GrIG figura anche l’assenza di qualsiasi previsione di fideiussione a garanzia di eventuali danni ambientali e agli interessi pubblici, sia durante la fase di cantiere sia nella gestione e nel successivo smantellamento dell’impianto.

Pur ricordando che alla Toscana è stato assegnato un obiettivo di nuova potenza rinnovabile pari a 4,25 GW entro il 2030, quasi il doppio di quella attualmente installata, l’associazione sottolinea come ciò non giustifichi interventi privi di una rigorosa pianificazione. Il rischio, secondo il GrIG, è che l’Appennino tra Romagna, Toscana, Marche e Umbria si trasformi in una vasta area industriale per la produzione energetica, con gravi conseguenze ambientali, paesaggistiche e turistiche.

L’associazione ha quindi chiesto alla Regione Toscana di esprimere un formale diniego di compatibilità ambientale al progetto e ha informato i ministeri competenti, le Soprintendenze e i Comuni interessati.

Nel quadro nazionale, il GrIG richiama i dati sulle richieste di connessione alla rete elettrica: oltre 336 GW di nuova potenza al luglio 2025, a fronte di fabbisogni molto inferiori. Un’“overdose” di energia potenziale che, secondo l’associazione, favorisce principalmente gli operatori energetici, mentre i costi ricadono sui cittadini attraverso bollette e oneri di sistema.

Tra le alternative, viene indicata una pianificazione statale basata sui reali fabbisogni e il forte potenziale del fotovoltaico su tetti, aree già impermeabilizzate e infrastrutture, come stimato dall’Ispra, senza consumare nuovo suolo né generare conflitti sociali. Un approccio che, secondo il GrIG, consentirebbe una transizione energetica realmente sostenibile e rispettosa dei territori.

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