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Eolico, il grido dell'Appennino: "No all'industrializzazione, sì a un futuro sostenibile"

A San Godenzo un convegno solleva il velo sulle criticità dei mega-impianti eolici e propone soluzioni alternative

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Il cantiere sul crinale Il cantiere sul crinale © tess
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A San Godenzo, nel cuore dell'Appennino, si è svolto il convegno promosso dalla Coalizione ambientale TESS, che ha messo sotto i riflettori le criticità ambientali, sociali ed economiche legate ai grandi impianti eolici. L'evento, tenutosi al Centro Polifunzionale di Castagno d'Andrea, ha visto la partecipazione di numerosi esperti che hanno esplorato alternative e sollevato allarmi sui rischi di un'industrializzazione selvaggia del territorio.

Tra gli interventi più significativi, quello di Lucia Minunno, che ha presentato il Piano Energetico a zero consumo di suolo, un documento scientifico che propone l'adozione di Comunità Energetiche Rinnovabili e l'installazione di fotovoltaico su aree già edificate. "Non si può salvare l'ambiente distruggendolo", ha affermato, sottolineando la necessità di preservare i crinali appenninici e la fragilità della sovranità alimentare ed energetica italiana.

Il dibattito ha toccato anche il tema dell'impatto sulla fauna locale. Esperti come Ivano Togni del WWF Forlì Cesena, Alessandro Bottacci della SIRF e l'ornitologo Luca Puglisi hanno denunciato i pericoli per le specie protette, in particolare i rapaci, a causa delle collisioni con le pale eoliche. Dati allarmanti, supportati da monitoraggi GPS e studi internazionali, indicano un rischio concreto di estinzione per alcune specie se l'espansione eolica continuerà su questa strada.

Anche il documentario "Mentalità coloniale" di Roberto Carotenuto ha catturato l'attenzione, mostrando come la transizione energetica, in assenza di regole e controlli, possa trasformarsi in un veicolo di speculazione. A questo proposito, Laura Manganaro di Italia Nostra Firenze ha denunciato la "corsa agli incentivi" che, a suo dire, favorisce potenze straniere come la Cina a discapito delle comunità locali.

Il convegno si è chiuso con un appello congiunto: è essenziale fermare l'installazione indiscriminata di impianti industriali e orientare la transizione energetica verso modelli che privilegino il risparmio energetico e la tutela del territorio e della biodiversità. Una visione condivisa che ha visto un'ampia partecipazione di pubblico, con comitati e attivisti arrivati da diverse regioni italiane, a testimonianza di un crescente interesse per la difesa del paesaggio appenninico.

 

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