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E' allarme globale per il boom di emissioni causate dall'home delivery

+567% entro il 2050. Per gli esperti la soluzione è l'elettrico che le riduce del 37%. Il problema dell'ultimo miglio.

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Salvare il pianeta Salvare il pianeta © Foto di AndreasAux da Pixabay
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L’ascesa dell’home delivery, sulla spinta anche di quanto avvenuto nelle festività natalizie con la corsa ai regali, mette a rischio la salute del Pianeta. 
I veicoli che si occupano delle consegne dei pacchi a domicilio sono responsabili, oggi, del 3% delle emissioni globali di gas serra, ma, entro il 2050, secondo quanto svelato in un articolo del The Washington Post, l’impatto salirà al 17% (+567%) e, come spiegato dai dati della IEA – International Energy Agency, il settore del trasporto merci è responsabile di un quinto delle emissioni globali di CO2, dietro solo al settore energetico.

L’elettrico è la chiave per ridurre le emissioni di CO2 e ripulire l’aria delle aree urbane delle grandi metropoli, sempre più invase dalle consegne dei pacchi spediti dalle piattaforme di e-commerce e home delivery.
La soluzione migliore per rendere gli spostamenti dei corrieri più veloci, efficienti e sostenibili nei centri cittadini arriva dal processo di elettrificazione delle flotte per il trasporto delle merci. 

L’impiego di veicoli elettrici, come svelato dal report “Decarbonizzare i trasporti. Evidenze scientifiche e proposte di policy” del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, consente di ridurre del 37% le emissioni di CO2 rispetto ad un veicolo a combustione, anche quando si tenga conto delle maggiori emissioni che derivano dalla loro produzione.

Già con l'attuale mix energetico, spiega un rapporto stilato da STEMI, struttura di esperti indipendenti istituita dall’ex ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile Enrico Giovannini pubblicato su Nature, la sostituzione dei veicoli a combustione interna, che oggi rappresentano oltre il 99% del trasporto stradale italiano, con veicoli elettrici porterebbe a una riduzione del 50% delle emissioni del trasporto stradale leggero.
Addirittura, nel settore del trasporto pesante, i risparmi di CO2 e l’efficienza energetica del passaggio all’elettrico sono ancora più consistenti considerata la maggiore rilevanza della fase di utilizzo rispetto a produzione e fine vita: in questo caso le stime prevedono che, già oggi, un camion elettrico possa risparmiare fino al 70% delle emissioni sul ciclo di vita.

L’ultimo miglio rappresenta dunque un aspetto decisivo non solo per la catena di distribuzione, ma anche per il futuro della mobilità sostenibile: è necessario trovare un rimedio al traffico eccessivo e ridurre l’inquinamento, entrambi dovuti sempre più anche ai veicoli commerciali. 

“La sfida dell’ultimo miglio è tanto semplice quanto complicata e le aziende sono chiamate ad affrontare sfide di mobilità importanti – spiega Roberto Sposini, chief mobility editor di LifeGate – La crescita delle consegne legate alle transazioni online, la capillarità dei servizi estesi sull’intero territorio, senza compromessi di qualità e tempistiche, si combinano oggi con numerosi fattori di contesto che complicano la capacità di realizzare una performance di valore per tutti. Occorre dunque mettere in pratica azioni fondamentali per ridurre la congestione e l’inquinamento dei centri urbani, così da migliorare l’efficienza per le imprese e la qualità generale della vita di residenti e non. Questi sforzi hanno l’obiettivo di promuovere un modello di mobilità urbana che sia più sostenibile, green e sicuro, implementando nuove soluzioni di mobilità in grado di risolvere le criticità legate alla percorrenza dell’ultimo miglio”.

Ma i grandi centri urbani sono pronti a questa rivoluzione dei trasporti commerciali, guidata dalle flotte elettriche?
In Europa, tra il 2019 e il 2022, il numero totale di LEZ (Low-Emission Zone) o aree a traffico limitato attive è aumentato del 40% e, secondo uno studio della coalizione europea CleanCitiesCampaign, entro il 2025 saranno oltre 500 le città europee ad avere attiva una zona a basse emissioni (+58% rispetto a giugno 2022).

Molti centri urbani puntano, quindi, ad elettrificare la consegna delle merci migliorando così la qualità dell’aria, sempre più inquinata dai veicoli che attraversano i quartieri, diffondendo sostanze inquinanti e particolato e inoltre, facendo vedere ai cittadini il processo di elettrificazione dei trasporti, puntano a convincerli a prendere in considerazione, loro stessi, l'acquisto di un veicolo elettrico privato. Inoltre, in prospettiva, le aree a traffico limitato sono destinate a trasformarsi in ZEZ, all’interno delle quali non sarà più consentito l’uso di veicoli a combustione interna: tra il 2030 e il 2035 questa rivoluzione sarà realtà in quasi trenta città europee tra Paesi Bassi, Regno Unito, Francia e Scandinavia. E in Italia? Entro il 2030 è prevista la creazione di 35 zone a emissioni zero, off-limit per i veicoli a combustione, ma finora nessuna città italiana ha avviato gli interventi previsti.

 

 

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